L’8 agosto del 1951 nasce l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) con il compito di coordinare l’attività scientifica dei centri preesistenti di Roma, Padova e Torino. È il punto d’arrivo di un percorso storico che ha visto come protagonisti la scuola romana di Fermi e Corbino, quella di Arcetri di Beppo Occhialini e quella dei raggi cosmici di Bruno Rossi a Padova. Un cammino lungo il quale gli italiani hanno dato importanti contributi a livello internazionale nello studio della fisica nucleare, un percorso tristemente rallentato e in parte interrotto dalla guerra e dalle leggi razziali che hanno obbligato all’esilio diversi membri della piccola ma prestigiosa comunità italiana. Solo per ricordarne alcuni: Fermi, Segrè, Rasetti, Rossi, … Grazie allo sforzo organizzativo di Edoardo Amaldi e all’interessamento dell’allora presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) Gustavo Colonnetti, questa comunità dispersa viene riorganizzata con la creazione di un’unica istituzione: l’INFN.
Cinquant’anni dopo, nel Novembre del 2001, con un incontro della durata di tre giorni, l’INFN ha celebrato questa importante ricorrenza: questo libro a cura di Giovanni Battimelli, docente di Storia e Didattica della Fisica, e Vincenzo Patera, docente di Fisica Generale alla Facoltà di Ingegneria, entrambi alla Sapienza di Roma, raccoglie la maggior parte degli interventi di quel convegno opportunamente rielaborati. La sua pubblicazione è da inquadrare nell’interessante iniziativa della casa editrice Laterza di una collana dedicata alla storia delle istituzioni scientifiche in Italia e in Europa, in cui compaiono altri volumi sulla storia del CNR e dell’INFN.
L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è un libro in cui si intrecciano la storia e l’attualità dell’Istituto: si va dalle testimonianze di quelli che contribuirono alla sua nascita come Giorgio Salvini, a quelle degli scienziati che hanno avuto un ruolo centrale nel suo sviluppo, come l’attuale presidente del CNR Luciano Maiani, il Premio Nobel Carlo Rubbia e il promotore del progetto di apertura del laboratorio del Gran Sasso Antonio Zichichi. Dai loro autorevoli contributi si compone il quadro variegato delle ricerche fondamentali sviluppate dall’INFN negli ultimi cinquant’anni, dalla fisica delle particelle elementari alle onde gravitazionali.
Il primo capitolo raccoglie tutti questi racconti, tutt’altro che noiosi, che dipingono una realtà, quella dell’Italia del dopoguerra, difficile, ma anche piena di speranze e di entusiasmi, in cui i mezzi tecnici a disposizione erano ben diversi da quelli di oggi (si pensi anche solo all’informatica). Una storia che è saldamente legata a quella dei Laboratori Nazionali di Frascati (LNF), il primo laboratorio nazionale dell’Istituto, in cui vennero da subito realizzati programmi di ricerca d’avanguardia, a partire dallo sviluppo dell’anello di accumulazione AdA negli anni ’60 da parte di Bruno Touschek e dei suoi collaboratori, fino ai suoi più recenti discendenti Adone e DAΦNE.
I tre capitoli successivi raccolgono i contributi relativi ai principali indirizzi di ricerca dell’istituto: il mondo subnucleare, la fisica delle astroparticelle e delle onde gravitazionali, il nucleo atomico. Questi capitoli offrono una rassegna dei risultati fondamentali e dei problemi aperti nelle diverse branche, seguendo sempre un approccio storico-concettuale ai vari argomenti. Il grado di difficoltà è variabile, ma solo in alcuni articoli l’utilizzo del linguaggio tecnico rende la lettura faticosa a un pubblico profano.
In conclusione si tratta di un libro di storia della scienza, utile agli studenti che abbiano seguito almeno un corso di fisica nucleare, ma adatto a un pubblico più vasto e indispensabile per ricostruire i progressi della Fisica Nucleare negli ultimi cinquant’anni e valutare il contributo italiano al suo sviluppo. Grazie a ciò è efficace nel dare un’idea dell’importanza e dell’utilità di un esperimento molto attuale, il Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle più grande e potente finora realizzato, costruito a Ginevra con il fondamentale contributo italiano fornito proprio dall’INFN.