“A oltre quarant’anni di distanza dalla sua invenzione, il laser continua a creare intorno a sé un’atmosfera mista di curiosità e meraviglia. La curiosità è essenzialmente alimentata dal fatto che nuovi tipi di laser vengono ancora oggi inventati e nuove, affascinanti, persino impensabili applicazioni vengono continuamente introdotte. Il senso di meraviglia, cui non si sottrae anche il lettore meno informato, deriva soprattutto dal carattere pervasivo del laser: non esiste infatti campo della scienza e della tecnica che non sia stato influenzato, a volte in maniera rivoluzionaria, da questa invenzione”.
Il giudizio di Orazio Svelto sul laser è molto semplice, ma contiene tutto ciò che rende speciale questa tecnologia. L’autore di Il fascino sottile del laser e del precedente Principles of laser del 1970, punto di riferimento internazionale per la didattica in questo campo, è un ingegnere italiano, laureato al Politecnico di Milano e attualmente ordinario di fisica della materia. È socio dell’Accademia dei Lincei e dell’Accademia Nazionale delle Scienze e il suo lavoro si è concentrato sullo sviluppo di nuovi laser a stato solido, sulla generazione di impulsi ultra-brevi di luce laser e sulle applicazioni del laser in medicina e biologia e ha prodotto tre brevetti nel settore. Nel 2000 il Comitato del Premio Nobel per la fisica, su segnalazione di numerosi proponenti, ha deciso di assegnare il nuovo Premio Nobel nell’ambito dei laser, nominando il prof. Svelto come consulente ed esperto, riconoscendogli esperienza internazionale nel settore. Nel maggio del 2006 ha ottenuto l’importante Premio “Charles Townes” della Optical Society of America, istituito in onore del padre del laser e assegnato annualmente a quello scienziato autore di lavori di eccellenza, scoperte o invenzioni nel settore dei laser e dell’elettronica quantistica.
“Il fascino sottile del laser” non è propriamente un libro sui laser, ma l’autobiografia di un uomo che ha speso l’intera vita professionale al loro studio. Un breve testo, nemmeno cento pagine, in cui trovano posto numerose riflessioni sulla situazione attuale italiana, sia nell’ambito della ricerca, che in quello formativo e politico. Un esempio è la seguente considerazione sulla riforma universitaria in atto che, benché del 2007, accompagna perfettamente la recente nomina dei membri dell’ANVUR (Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca): “tre sono le cose da non fare: non rassegnarsi, non negare la gravità della crisi, non addossarsi vicendevolmente le colpe, di contro ridare valore al merito, valutare periodicamente i risultati conseguiti da docenti e ricercatori, mettendo in preventivo che molte sono e saranno le resistenze al cambiamento”.
Quella dell’autobiografia scientifica è una formula editoriale già testata con successo su luminari dello spessore di Edoardo Bancinelli e Margherita Hack: l’intreccio tra il vissuto umano e quello professionale, tra percorsi culturali, sociali, meritati riconoscimenti, dedizione, impegno, sacrificio e tanta, tanta passione per la conoscenza. Sono gli studenti, la generazione più giovane che si sta formando per prendere in mano e affrontare le sfide del futuro, ad essere al centro della riflessione di Orazio Svelto: il suo suggerimento per loro è di “non lasciarsi mai fuorviare nella scelta della propria carriera da argomentazioni di carattere venale o da pressioni familiari”, facendosi invece guidare dalla passione per “la ricerca, perché in essa è racchiuso il futuro non solo della nostra nazione, ma di tutta l’umanità”.